TRA STRUMENTI PSICODIGITALI E PROTOCOLLI INNOVATIVI. Gli strumenti digitali, spesso vissuti dai professionisti della salute mentale come distanti dalla relazione d’aiuto, dall’avvio della pandemia sono divenuti indispensabili per raggiungere e assistere un numero crescente di persone bisognose di supporto psicologico.

di Luca Bernardelli

La nuova era della TelepsicologiaMai come oggi la psicologia è stata così vicina alla tecnologia.

Gli strumenti digitali, spesso vissuti dai professionisti della salute mentale come distanti dalla relazione d’aiuto – a volte addirittura antitetici –, dall’avvio della pandemia sono stati riconosciuti come indispensabili per raggiungere e assistere un numero crescente di persone bisognose di supporto psicologico, in un periodo di crisi così profonda.

Dal 2020, tecnologie e protocolli di telepsicologia e telepsichiatria sono stati oggetto di larghissima divulgazione prima e diffusione poi, dando un nuovo impulso a un rapporto in precedenza mai realmente decollato.

In poco più di un anno, dagli Stati Uniti all’Europa, gli investimenti milionari – pubblici e privati – profusi nell’area della Digital Mental Health, non sono mai stati così ingenti. Siamo solo agli inizi e nulla sarà più come prima.

In questo scenario rivoluzionato e in continuo rapido cambiamento, diverse sono le sfide che attendono psicologi e psicoterapeuti.

 
TECNOLOGIE PER UNA PROFESSIONE IN CERCA DI INNOVAZIONE

Siamo agli albori di un mutamento epocale delle professioni psy.

Gli interventi del prossimo futuro saranno integrati sempre di più con gli strumenti digitali e i professionisti della salute mentale avranno opportunità crescenti di formarsi sulle (psico)tecnologie più aderenti alle proprie epistemologie, con la possibilità di adottarle stabilmente nella pratica quotidiana.

Oggi sappiamo che dispositivi e piattaforme digitali possono aumentare il coinvolgimento degli utenti in un percorso di cura, psicologica, medica, farmacologica o integrata, riducendo così il rischio di drop-out.

Attraverso i nuovi media, le sessioni terapeutiche si arricchiscono di esperienze inedite potenzialmente in grado di estendere il setting, se adeguatamente supervisionate dai professionisti.

Inoltre, l’ausilio del digitale può incrementare la probabilità di affidarsi a un percorso psicoterapeutico o di empowerment, riducendo il pregiudizio e lo stigma legati alla salute mentale.

Insomma, l’alleanza terapeutica si costruisce anche attraverso oggetti o linguaggi contemporanei riconosciuti e accettati dalle persone, quindi sarà fondamentale per psicologi e psicoterapeuti del prossimo futuro non eludere le straordinarie occasioni offerte dalle moderne psicotecnologie.

 
LE PSICOTECNOLOGIE

Alla fine del secolo scorso, Derrick De Kerckhove definiva così le psicotecnologie: «Qualunque tecnologia emuli, estenda o amplifichi il potere della nostra mente». Successivamente, Stefano Federici estenderà questa descrizione in: «Le tecnologie che emulano, estendono, amplificano e modificano le funzioni sensomotorie, psicologiche o cognitive della mente», per sottolineare la natura dinamica di questo processo.

Le psicotecnologie possono essere molteplici, utilizzare software e hardware integrati fra loro ed esprimersi al meglio se accompagnate da un professionista della salute mentale adeguatamente preparato.

Data la numerosità e l’eterogeneità, ne citeremo solo alcune, al fine di dare un assaggio delle potenzialità di questi strumenti psicologici.

Le più tradizionali e ormai consolidate sono le psicotecnologie di telecomunicazione, che durante la pandemia hanno permesso ai professionisti sanitari di raggiungere tantissime persone, ampliando la consapevolezza sulla loro utilità, seppur tuttora vi siano pochissime piattaforme realmente concepite – dai punti di vista tecnico, funzionale e normativo – per il caso d’uso telepsicologico (es.: Doxy.me negli Stati Uniti).

Le psicotecnologie di rilassamento possono fungere da utile complemento per un alleggerimento puntuale dallo stress e dalle tensioni, o per ritagliarsi spazi di meditazione (es.: Calm ed Headspace). Le più idonee potrebbero essere consigliate dai professionisti stessi, magari al fine di usare queste tecnologie positive come parte integrante degli homework previsti nella strategia terapeutica pensata per un paziente.

Le psicotecnologie ludiche, dai serious game digitali (es.: Sparx) ai videogiochi commerciali, vengono progettate allo scopo di favorire un apprendimento esperienziale, sollecitare impegno e stimolare emozioni positive, in grado di facilitare la memorizzazione.

Le psicotecnologie di monitoraggio – e autoregolazione – fisiologica, attraverso biosensori indossabili sempre più sofisticati (es.: Empatica e Neurosky) e training di biofeedback o neurofeedback, possono essere d’aiuto nell’apprendere, per esempio, come gestire i picchi emotivi negativi.

Le psicotecnologie psicodiagnostiche possono riconoscere precocemente e accuratamente psicopatologie, grazie a raffinate intelligenze artificiali in grado di identificarle rapidamente, attraverso, per esempio, un’analisi del linguaggio (es.: IBM Watson) o un semplice eye tracking, il monitoraggio oculare (come nel caso della schizofrenia).

Le psicotecnologie simulative possono esporre una persona a situazioni fobiche o stressogene in una realtà virtuale protetta (es.: Psious, OxfordVR e Idego), per poi lavorare alla desensibilizzazione delle condizioni negative attraverso protocolli di Exposure Therapy.

Le psicotecnologie trasformative, attraverso esperienze virtuali inedite – metaforiche o simboliche –, possono favorire il cambiamento positivo attraverso storie di trasformazione che immergono gli utenti in nuove narrazioni (es.: Psicologia Aumentata).

Queste sono solo alcune tra le decine di categorie e le centinaia di casi d’uso e applicazioni oggi disponibili, alcuni già sul mercato, altre in fase sperimentale decisamente avanzata.

Inoltre, questo rapido elenco riguarda psicotecnologie utilizzabili anche a distanza, quindi integrabili a interventi in telepsicologia.

 
DISPOSITIVI PER L’ENTERTAINMENT E... LA SALUTE MENTALE

I device pensati per l’entertainment o le sue derivazioni (edutainment & co.) sono davvero tanti, ma quasi tutti sono possono essere declinati per fini di benessere psicologico.

Smartphone e tablet rappresentano solo i più diffusi tra le vere novità, rappresentate da visori di realtà virtuale per simulare contesti reali o immaginari, occhiali per la realtà aumentata e proiettori olografici per arricchire la realtà di informazioni e animazioni originali aggiuntive, biosensori (orologi, braccialetti, fasce, cappellini, ecc.) per monitorare le risposte fisiologiche in tempo reale, assistenti “affettivi” intelligenti – sotto forma di avatar realistici o di robot umanoidi – in grado di affiancare al sostegno umano un supporto continuativo 24x7.

E ancora, guanti tattili che possono toccare oggetti che in realtà non esistono, apparecchi che possono emettere odori, vestiti smart in grado di riprodurre un abbraccio a distanza, congegni dinamici che possono far esperire la corsa e il volo nello spazio di pochi metri quadrati.

Grazie a queste tecnologie, a quale nuovo livello un professionista della salute mentale potrebbe portare l’esperienza terapeutica?

Le suggestioni per psicologi e psicoterapeuti sono davvero tante.

 
L’EVOLUZIONE DELLA FORMAZIONE PSICOLOGICA DEL PROSSIMO FUTURO

Nell’era digitale, sarà quindi fondamentale che psicologi e psicoterapeuti si formino al più presto sulle psicotecnologie, così da poter affiancare alla pratica quotidiana i metodi digitali e le tecniche digitalizzate più interessanti per i pazienti/utenti, accompagnandoli nell’uso consapevole degli strumenti psicodigitali per la salute mentale.

Dispositivi, app e protocolli innovativi stanno generando paradigmi di innovazione non più meramente tecnologica, ma terapeutica.

Si presenterà così la necessità di nuove figure interdisciplinari dalle competenze multiple (neuroscientifiche, psicologiche, tecnologiche, legali, ecc.), in grado di contribuire alla progettazione degli interventi aumentati.

L’ecosistema che si sta delineando vede gli enti di ricerca e le imprese private consolidare nuove partnership per sviluppare psicotecnologie validate sempre più efficaci, al fine di coadiuvare i professionisti nei rispettivi ambiti (pubblici o privati, clinici, organizzativi, sportivi, scolastici, del benessere, ecc.).

E, in questo scenario, gli ordini professionali e le istituzioni avranno il difficile compito di stare al passo con una rivoluzione senza pari nella storia della psicologia.

 

 

Luca Bernardelli è uno psicologo focalizzato sullo studio di psicotecnologie e tecnopatologie. È co-fondatore e CEO di “BECOME. Augmented Life ”, una PMI specializzata in soluzioni di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata a supporto della psicoterapia, dell’empowerment, del rilassamento e dell’apprendimento attivo.
È coautore e formatore del metodo psicologico "Psicologia Aumentata®". È co-fondatore di “BOWMAN - Data Matter”, una società di software proprietaria delle piattaforme Big Data-based “EXPANDA®” e “ALGORILLA®”. Ha ideato “Personal Dreamer”, luogo di incontro per esperienze memorabili e trasformative, visitato nel tempo da milioni di persone.
Recentemente, è stato relatore di apertura alla "Prima Conferenza Europea sulla Psicologia Digitale" e ha realizzato per Giunti Psychometrics il webinar “Dalla telepsicologia alle nuove psicotecnologie”. È membro del Comitato di Indirizzo della Facoltà di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

 

 

 

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